lunedì 25 novembre 2013

Errore 02: non mettersi in gioco

Ecco un cortometraggio davvero carino del regista Danny Sangra (http://www.dannysangra.com/), ringrazio l'Oltreuomo per la segnalazione. E' in lingua inglese ma è sottotitolato, quindi dovrebbe essere comprensibile ai più, buona visione!



A Lunch Break Romance from Danny Sangra on Vimeo.

Ora, qual è il succo? Il soundtrack spacca! Ok, no, non è quello (anche se è vero!)...che se il ragazzo fosse stato italiano questo corto sarebbe finito con i ragazzi che facevano sesso nei cespugli? No, neanche questo, anche se è interessante il fatto che il ragazzo esprima questo stereotipo. Credo che lo faccia un po' per discolparsi, visto che non prova neanche a intavolare una conversazione con una ragazza molto carina che gli sta accanto, nonostante abbia notato quello che "la gente dice che sia un segno di attrazione" (lei accavalla le gambe verso di lui, anche se noi sappiamo che lo fa per non far notare la macchia di zuppa), uccide il senso di colpa biasimando il suo non essere italiano. Se solo sapesse quante volte capitano a noi italiani queste situazioni!!

Quante volte evitiamo di aprire bocca, di incrociare sguardi, a volte anche di mandare messaggi? E per quale motivo? La paura di fare la figura del cretino, dello stalker, di non avere niente di intelligente da dire...la paura di mettersi in gioco.

Già, evitare il contatto è più comodo, altrimenti ci sono delle possibilità ma anche dei rischi. Meglio rimanere all'interno della propria zona di comfort. Se ne era già parlato nel post sul "rimandare", la zona di comfort è quello spazio di manovra costituito da percorsi che conosciamo bene, all'interno del quale i rischi sono ridotti al minimo. Come le possibilità.


Come si può notare nel grafico soprastante (graficone!), la magia che pervade questo mondo avviene al di fuori della zona confortevole. Bisogna farsi il favore di uscirne e mettersi in gioco per trovarla. Naturalmente non limitiamo questo discorso alle relazioni amorose con belle ragazze che mangiano zuppa senza glutine, estendiamolo allo studio (quante domande da fare al prof. di turno vi siete tenuti dentro per evitare gli sguardi dei colleghi?), al lavoro, alla vita di tutti i giorni.

Io sono sempre stato piuttosto legato alla mia zona di comfort, ma è da un po' che ogni tanto faccio un giro fuori e devo dire che non è per niente male! Ci vediamo "dove accade la magia".




1 commento:

  1. prova questa vignetta (che magari hai già visto...)
    http://oltreuomo.com/pensarci-troppo-connor-delaney/

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